Trasporti e servizi
Il Partito Comunista e Torino Città Futura partono dal presupposto che ogni bene comune - e il trasporto
pubblico lo è in quanto deve soddisfare il diritto costituzionale alla mobilità - debba essere controllato e
gestito direttamente dall’azienda dell’Ente Pubblico, nel caso del Comune di Torino l’azienda controllata GTT.
Siamo quindi contrari alle gare di appalto con le quali si esternalizzano tuttora parti di servizio ad aziende
esterne private. Infatti, bilanci alla mano, il servizio esternalizzato è più costoso e meno efficiente in
termini di qualità.
Riguardo alla qualità fanno testo le legittime lamentele e segnalazioni degli utenti del trasporto pubblico per
corse programmate saltate, per le scarse manutenzioni che provocano guasti e carenze nel decoro, nella pulizia e
nel comfort dei veicoli impiegati.
Siamo contrari alle privatizzazioni anche perché i lavoratori impiegati dalle aziende esterne sono soggetti a
forme spinte di sfruttamento e di ricatto in quanto svolgono turni di servizio particolarmente logoranti e non
sempre rispettosi delle norme contrattuali. Le aziende private utilizzano frequentemente rapporti di lavoro a
termine che, insieme alle scadenze degli appalti, rappresentano, con il ricatto della perdita del posto di
lavoro un notevole ostacolo alle tutele sindacali.
Rispetto a una gestione interamente pubblica del settore della mobilità, vogliamo non rinnovare gli appalti dei
servizi esternalizzati alla loro scadenza ed assumere il personale delle aziende private nell’organico di GTT.
Così facendo si avrebbero tre vantaggi:
- le prestazioni dei lavoratori così internalizzati sarebbero meno onerose per il bilancio GTT;
- questi lavoratori internalizzati avrebbero maggiori tutele anche della propria dignità uscendo dalla
situazione di precarietà occupazionale legata alla scadenza degli appalti;
- la sicurezza e qualità del servizio sarebbero più rispondenti agli standard aziendali GTT che
eserciterebbe la gestione diretta.
Rispetto alla rete cittadina di trasporto pubblico riteniamo che la metropolitana sia importante e che debba
essere complementare, e non sostitutiva, del trasporto di superficie. Siamo pertanto contrari ai tagli del
servizio di superficie perché lo stesso è fondamentale per garantire la capillarità e la diffusione delle
fermate. Le linee di metropolitana devono avere la funzione di assi portanti a scorrimento veloce di supporto ad
una rete di superficie capillare che necessiterà di un ulteriore potenziamento al fine di rendere veramente
competitivo il mezzo pubblico rispetto a quello privato. Una vera politica del trasporto pubblico che soddisfi
la domanda di mobilità sarà un notevole contributo per la soluzione dell’inquinamento ambientale ed il
decongestionamento del traffico nelle aree urbane.
Per quanto concerne la gestione del personale è necessario integrare gli organici perché è intollerabile che nel
giro di nove anni, dal 2010 a fine 2019, ultimi dati di bilancio consuntivati GTT, vi sia stata una riduzione
del personale del 20%, passando da 5.409 dipendenti a 4311, un taglio di 1098 dipendenti. Il taglio più pesante
l’ha subito il personale viaggiante, del 25%, passando da 2777 a 2105, 672 conducenti in meno.
Nel settore tecnico il taglio è stato dell’11%, passando da 772 operai a 688, 84 operai in meno. Con organici
adeguatamente integrati sarà possibile:
- garantire più efficacemente ai lavoratori il diritto alle ferie, perché attualmente con la motivazione
del sottorganico i lavoratori si trascinano di anno in anno giornate di ferie che non riescono a
concordare con l’azienda;
- si potrà ristrutturare i turni del personale viaggiante per ridurre al minimo i disagi per alterazione
dei bioritmi conseguenza degli sfasamenti continui dei tempi di riposo e dei pasti. E’ necessario avere
un occhio di riguardo al personale viaggiante riducendo al minimo i fattori di stress da mansione in
quanto ha un rapporto diretto con l’utenza e con le responsabilità e difficoltà del traffico urbano.
Pertanto, necessita che il conducente sia messo nelle migliori condizioni di equilibrio psico-fisico con
turnazioni umane, e non da robot.
- sarà inoltre possibile concedere più riposi annui considerando che attualmente i riposi del dipendente
GTT sono inferiori al lavoratore dell’industria. Sarà necessario stabilire convenzioni con i servizi di
ristorazione diffusi sul territorio che consenta al personale viaggiante che non riesce ad accedere alle
mense nei depositi aziendali di consumare il pasto nei pressi del posto cambio dove inizia il turno di
guida. Sarà necessario garantire al personale viaggiante la fruizione in tutti i capolinea, di servi
igienici dignitosi, collegati alla rete idrica e rete fognaria, frequentemente igienizzati, 7 giorni su
7 perché questo è il regime delle turnazioni.
Il tema delle risorse è sempre centrale quando si realizzano interventi di questo tipo. L'obiettivo è quello di
recuperare risorse tagliando i cosiddetti “premi di risultato” che la dirigenza si elargisce periodicamente,
riducendo al minimo le consulenze esterne valorizzando le esperienze qualificate e le professionalità del
personale dipendente, con la costituzione di specifiche commissioni di personale che abbia acquisito anzianità
ed esperienza con la pratica quotidiana. In tal modo si otterrebbero le migliori consulenze necessarie. Altre
risorse si otterrebbero risparmiando con le internalizzazioni di quanto è ora esternalizzato.
Nei confronti del personale del settore tecnico è necessario permettere gli avanzamenti negli inquadramenti
parametrali in seguito alla acquisizione di più avanzate capacità per esperienza lavorativa.
Oggi nel settore tecnico GTT non valorizza le reali capacità e professionalità dei lavoratori.
Tutte queste proposte se attuate rappresenterebbero la migliore motivazione per ogni lavoratore per dare il
meglio di se nella prestazione lavorativa. Si instaurerebbe in GTT un clima di vera collaborazione e
condivisione degli obiettivi aziendali. Ne guadagnerebbe anche l’utenza che fruirebbe di un servizio potenziato
erogato da personale che opererebbe nelle migliori condizioni psico-fisiche.
Politiche sociali
La funzione del Comune per quanto riguarda la gestione e la programmazione dei servizi sanitari è molto limitata, ma sicuramente può esercitare un potere di controllo, confronto e indirizzo che si può rivelare di importanza cruciale.Per raggiungere questo obiettivo è necessario essere consapevoli che il contesto generale, soprattutto a seguito dei tagli che la Sanità pubblica ha subito negli ultimi vent'anni, è a dir poco critico.
Ribadiamo come priorità quella di rilanciare una nuova cooperazione tra Comune, Regione, Circoscrizioni, Asl e Aso che abbia l'obiettivo di verificare e monitorare lo stato dei servizi sanitari offerti agevolando l'integrazione ospedale-territorio-assistenza.
È necessario intanto costituire cabine di regia congiunte tra i dirigenti di Asl e Aso e rappresentati della amministrazione comunale, sempre nel rispetto della reciproca autonomia gestionale.
Altresì sarà essenziale lavorare ad una maggiore integrazione tra amministrazione comunale, Asl e Aso e strutture scolastiche a sostegno di interventi sempre più efficaci su situazioni come BES e disabilità varie. Da questo punto di vista deve essere prioritario per l'amministrazione comunale sostenere le progettualità delle Scuole e, al contempo, porgersi come soggetto facilitatore tra sistema scolastico e istituzioni sanitarie.
La pandemia ha dimostrato, come già abbiamo anticipato, che il sistema sanitario duramente colpito già dai tagli necessita invece di forti investimenti pubblici e di infrastrutture. La dimostrazione è la carenza di posti letto in città dovuta al taglio di alcuni presidi sanitari in Città, es il Maria Adelaide.
Sono anni che sentiamo parlare del progetto della cosiddetta Città della Salute di cui esprimiamo diffusa critica. Il progetto, infatti, si configura sempre più come una speculazione edilizia e sempre meno come un progetto che risponda veramente alle esigenze di innovazione e qualità dei servizi offerti.
Riteniamo quindi opportuno un ruolo del Comune che pretenda una organizzazione del servizio sanitario sul territorio più capillare e meno accentrata in un unico polo ospedaliero. Infatti oltre gli ovvi motivi legati al presidio territoriale, si garantirebbe un policentrismo reale (e non solo enunciato nei programmi elettorali) garantendo servizi alla portata dei cittadini e , al tempo stesso, favorendo economie locali più forti.
Altro problema legato al sistema dei servizi sanitari è quello della rete delle farmacie comunali. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una svendita del patrimonio della città che risponde più a esigenze di mercato e quadratura del bilancio comunale invece di essere anche in questo caso un presidio delle fasce più deboli della cittadinanza.
Bisogna quindi lavorare su due livelli, uno territoriale e uno gestionale. Dal punto di vista territoriale, parallelamente alla presenza di una rete ospedaliera e ambulatoriale più capillare è necessario, anche usando gli ampi spazi lasciati dall'industria, favorire l'insediamento di una nuova rete di farmacie che garantisca la vicinanza ai cittadini.
Nel contempo è necessario lavorare di concerto con la Regione per costruire una rete di hub farmaceutici dedicata alla fasce di reddito basse per la distribuzione prioritaria dei cosiddetti farmaci salvavita.
In ultima analisi va affrontato il tema delle dipendenze e delle fragilità, che è strettamente legato alla questione sociosanitaria che è prettamente di competenza del Comune, oltre a quella dell'assistenza.
Da questo punto di vista, Torino negli anni è stata all'avanguardia nell'affrontare queste problematiche ma sempre a causa del contesto socioeconomico che stiamo affrontando si assiste ad un aumento e a un ritorno di fenomeni come la tossicodipendenza che pensavamo essere oramai alle spalle.
La situazione delle periferie, a tal proposito, presenta un quadro esemplificativo. Non possiamo pensare di affrontare il problema solo dal punto di vista dell'assistenza e della repressione ma soprattutto grazie a politiche serie di prevenzione. Per questo riteniamo importante il trasferimento di deleghe e risorse dall'amministrazione centrale a quella decentrata delle circoscrizioni.
È necessario aumentare le risorse destinate alle politiche sociali e alla prevenzione almeno del 20% nel bilancio comunale. Questo consentirebbe di aumentare il numero degli assistenti sociali in gradi di seguire meglio e più approfonditamente i casi che si presentano, garantendo un maggiore presidio dell'amministrazione nei quartieri.